FAENZA ARREDA...

L'amministrazione ha recentemente arricchito la città di opere ceramiche contemporanee. Lasciamo la descrizione delle installazioni agli autori:
 
Oscar Dominguez La Luna”
 
"Una sottile luna, ha un sol giorno di vita e pende dal cielo… quasi galleggia come un piccolo segno. Assolutamente reale. Un piccolo miracolo. Ma se ci penso, quel piccolo segno è in realtà un enorme satellite che viaggia nello spazio, come accade a noi stessi senza che ce ne rendiamo conto. Ferma mobilità, movimento quieto, infinite tensioni, equilibri cangianti.
Il leggero pesante e il massiccio quasi etereo. Forse bisognerebbe guardare due volte le cose. O forse bisognerebbe…farlo di continuo."
Ognuno dei 28 elementi rappresenta un momento delle fasi lunari completando il ciclo nella sua totalità.





Marco Samorè Capricci”


La serie di piatti “Capricci” unisce due delle “priorità” culturali faentine come la ceramica e Romolo Liverani sotto un unico progetto per l’arredo urbano.
Il materiale ceramico, in questo caso maiolica, viene usato come supporto e meglio “media” per poter presentare l’omaggio ad uno dei maggiori artisti faentini, che spesso e a volte in maniera inconsapevole, ci accorgiamo di ammirare nei percorsi culturali della città.
"Il lavoro di Romolo Liverani, attivo per buona parte dell’ottocento, ha lasciato un segno indelebile sia nel campo della scenografia teatrale che in quella della vedutistica, e attraverso il lavoro “Capricci” ho materializzato alcuni “paesaggi impossibili” unendo in singole vedute, due o più bozzetti teatrali o vedute dell’artista faentino, attraverso proprio la tecnica del capriccio, tecnica tanto amata dagli artisti del secolo precedente al lavoro di Liverani."
Il risultato, realizzato tecnicamente attraverso l’uso della decalcomania a terzo fuoco, è una serie di tavole spiazzanti in quanto in bilico tra il reale e l’impossibile, con uno scarto minimo che destabilizza le certezze del fruitore.
Monika Grycko Tre Topi”
 L’opera consiste in tre immagini di teste di ratto da posizionare e fissare ognuna su un proprio disco di supporto, realizzate in gres in modo da resistere all’ambiente esterno.
"Ho scelto di realizzare un tributo ai ratti in quanto presenze cosmopolite e silenziose che vivono in modo solitamente discreto accanto all’umanità, testimoni non graditi della complicata sorte della nostra specie, ma sempre in grado di emergere nell’immaginario colettivo come metafora del male (soprattutto in quanto portatori, tramite le pulci loro parassiti, di epocali pestilenze) e come celebrati unici mammiferi superstiti della fine del mondo."
In questo lavoro l’idea dei tre ratti viene associata anche al popolare simbolo delle tre scimmie : “non vedo, non sento, non parlo”.
I ratti sono mammiferi geneticamente vicini a noi, curano amorevolmente la prole e apprezzano affettuose manipolazioni, motivi per i quali l’uomo con la stessa disinvoltura li viviseziona o li detiene come animali da compagnia.
GUIDO MARIANI Sfere”
 
"E’ risaputo che la sfera è la forma assoluta e perfetta per eccellenza, ed è per questo suo incontestabile valore universale che un oggetto artistico con tale forma sarà sempre attuale e mai fuori moda. Convinto da tale principio non ho ritenuto opportuno ricercare altre forme da proporre per un arredo urbano, se non una forma sferica, soprattutto per essere in sintonia e “vicino” ai fittoni di Domenico Rambelli nella Piazza del Popolo. La sfera soddisfa inoltre, senza interferire più di tanto col contesto, l’esigenza decorativa e d’arredo richiestami, nonché l’aspetto pratico e fruibile di una seduta in ceramica, materiale che è la storia nobile di Faenza."
La realizzazione delle sfere è fatta manualmente con l’ausilio di uno stampo, l’oggetto riceve poi una texture unica e irripetibile atta a conferire la vaga idea di un grosso gomitolo. L’impasto è un semigres, ha buona resistenza meccanica agli urti e una efficace greificazione antigeliva. I colori utilizzati sono il bianco e il blu che rimandano ai classici colori del Comune di Faenza.

Pietro Bastia Barry”

“Un elemento che sia di ingresso e di ostacolo allo stesso tempo, che possa essere spostato e riposto, che sia simbolico e immediato nel suo messaggio”
L’elemento, di struttura in ferro tubolare, opportunemente verniciato con colorazioni proprie della segnaletica andrà a sostituire le comuni transenne di dissuasione comunemente usate. L’elemento, con le sue forme addolcite si integra gradevolmente nel contesto urbano che lo circonda.
 
Sedute”
 
Seduta in pietra d’Istria che riprende il materiale della cordonatura stradale inserendosi con discrezione nel contesto storico come elemento di arredo.
Dalla forma semplice e linee morbide diversamente aggregabile e assemblabile in diverse configurazioni,  modulalre, costituisce l’occasione per una sosta, un luogo dove incontrarsi lungo un percorso.